Antitrust, Amazon nel mirino dell’Ue: viola le regole della concorrenza

downloadSotto accusa il sistema di utilizzo dei dati aziendali, non pubblici, di venditori indipendenti. “Amazon ha distorto illegalmente il mercato delle vendite online”, ha dichiarato la commissaria Ue Margrethe Vestager. Rischia sanzione per miliardi di euro. L’azienda: nessuno ha fatto più di noi per i più piccoli.

RAI NEWS – 10 novembre 2020.

La Commissione europea ha messo formalmente sotto accusa Amazon per l’utilizzo improprio dei dati aziendali non pubblici dei venditori indipendenti, una pratica con cui creerebbe un vantaggio per le proprie attività di vendita al dettaglio. Lo ha annunciato la Commissione Antritrust in una conferenza stampa. Secondo Bruxelles, tale condotta rappresenta una diretta concorrenza nei confronti di tali venditori terzi. L’Ue ha inoltre avviato una seconda indagine formale sul possibile trattamento preferenziale delle offerte messo in atto da Amazon nei confronti dei venditori che utilizzano i servizi di logistica e consegna della società. Vestager: piattaforme non devono ledere concorrenza “Dobbiamo garantire che le piattaforme con doppio ruolo di potere nel mercato, come Amazon, non distorcano la concorrenza”, ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager, responsabile delle politiche per il mercato. “I dati sull’attività di venditori di terze parti non devono essere utilizzati a vantaggio di Amazon quando agisce come concorrente di questi venditori”, ha aggiunto la politica danese. Le regole di Amazon “non dovrebbero favorire artificialmente le offerte di vendita al dettaglio di Amazon o favorire le offerte dei rivenditori che utilizzano i servizi di logistica e consegna di Amazon”. “Con l’e-commerce in forte espansione e Amazon e’ la principale piattaforma di e-commerce, un accesso equo e senza distorsioni ai consumatori online e’ importante per tutti i venditori”, ha concluso Vestager.  Servizio Prime nel mirino La nuova indagine annunciata dalla Commissione riguarda il servizio a pagamento Amazon Prime e in particolare “Buy Box”, a cui viene associata la relativa dicitura sul portale del gruppo. Il sospetto dell’autorità Ue è che anche in questo caso “favorisca le proprie offerte e le offerte che utilizzano i servizi di logistica e consegna di Amazon”. In particolare, l’Ue verificherà i criteri utilizzati da Amazon per selezionare i “vincitori” della “Buy Box” e di coloro a cui è consentito di offrire beni agli utenti di Prime, in base al programma fedeltà di Amazon.  Seattle risponde a Bruxelles Se venisse condannata dalle autorità di Bruxelles, la sanzione a carico di Amazon potrebbe arrivare a 10% del ricavato annuo, che ammonterebbe, stando al bilancio 2019, a 28 miliardi di dollari.  L’azienda di Seattle ha però respinto le accuse e, in una dichiarazione, sostiene di essere “in disaccordo con le affermazioni preliminari della Commissione Ue e di voler continuare a fare tutti gli sforzi necessari per un’accurata comprensione dei fatti”.  La società guidata da Jeff Bezos afferma inoltre di rappresentare meno dell’1% del mercato globale al dettaglio e che ci sono “concorrenti più grandi in tutti i Paesi” in cui opera. “Nessuna azienda – sottolinea Amazon – è più attenta alle piccole imprese o ha fatto più di noi per supportarle negli ultimi due decenni”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *