“Non abbiate paura mai”, l`eredità di san Giovanni Paolo II presente al Papa

La speranza, ha detto Papa Francesco durante l’Angelus, scandisce questo tempo dell’anno liturgico che prepara al Natale

Il Tempo 01 dicembre 2020 – [Tommaso Ciccotti]

download (1)“Non abbiate paura mai, l’eredità di san Giovanni Paolo II presente al Papa Ù La speranza, ha detto Papa Francesco durante l’Angelus, scandisce questo tempo dell’anno liturgico che prepara al Natdi Tommaso decotti /Í er un cristiano la cosa più imL^ portante è l’incontro con1 tinuo con il Signore”. Gesù bussa ogni giorno “alla porta del nostro cuore”. Lo ha sottolineato il Pontefice all’Angelus esortando a sentire “nel cuore quando il Signore bussa”. Francesco ha ricordato che “l’odierna liturgia ci invita a vivere il primo ‘tempo forte’ dell’anno liturgico, l’Awento, che prepara al Natale, come tempo di attesa e di speranza”. 1 nostro Dio è un Dio-che-viene – non dimenticatevi questo: Dio è un Dio che viene, continuamente viene -: Egli non delude la nostra attesa! Mai delude il Signore. Ci farà aspettare forse, ci farà aspettare qualche momento nel buio per far maturare la nostra speranza, ma mai delude. Il Signore sempre viene, sempre è accanto a noi. Alle volte non si fa vedere, ma sempre viene. È venuto in un preciso momento storico e si è fatto uomo per prendere su di sé i nostri peccati – la festività del Natale commemora questa prima venuta di Gesù nel momento storico -; verrà alla fine dei tempi come giudice universale; e viene anche una terza volta, in una terza modalità: viene ogni giorno a visitare il suo popolo, a visitare ogni uomo e donna che lo accoglie nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli e nelle sorelle. “La vita – ha affermato il Pontefice – è fatta di alti e bassi, di luci e ombre”. “Ognuno di noi sperimenta momenti di delusione, di insuccesso e di smarrimento”. Inoltre, la situazione che stiamo vivendo, segnata dalla pandemia, genera in molti preoccupazione, paura e sconforto; si corre il rischio di cadere nel pessimismo, il rischio di cadere in quella chiusura e nell’apatia. Come dobbiamo reagire di fronte a tutto ciò? Ce lo suggerisce il Salmo di oggi; ‘L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. È in lui che gioisce il nostro cuore’. Cioè l’anima in attesa, un’attesa fiduciosa del Signore fa trovare conforto e coraggio nei momenti bui dell’esistenza. E da cosa nasce questo coraggio e questa scommessa fiduciosa? Da dove nasce? Nasce dalla speranza. E la speranza non delude, quella virtù che ci porta avanti guardando all’incontro con il Signore. La speranza, ha detto infine il Papa, scandisce questo tempo dell’anno liturgico che prepara al Natale: L’Avvento è un incessante richiamo alla speranza: ci ricorda che Dio è presente nella storia per condurla al suo fine ultimo, per condurla alla sua pienezza, che è il Signore, il Signore Gesù Cristo. Dio è presente nella storia dell’umanità, è il ‘Dio con noi’, Dio non è lontano, sempre è con noi, al punto che tante volte bussa alle porte del nostro cuore. Dio cammina al nostro fianco per sostenerci. 11 Signore non ci abbandona; ci accompagna nelle nostre vicende esistenziali per aiutarci a scoprire il senso del cammino, il significato del quotidiano, per infonderci coraggio nelle prove e nel dolore. In mezzo alle tempeste della vita, Dio ci tende sempre la mano e ci libera dalle minacce. Nel libro del Deuteronomio – ha ricordato Francesco – c’è un passo molto bello, che il profeta dice al popolo; “Pensate quale popolo ha i suoi dei vicini con loro come tu hai vicino me?”. “Nessuno, soltanto noi abbiamo questa grazia di avere Dio vicino a noi”. Il Papa ha auspicato infine che “Maria Santissima, donna dell’attesa, accompagni i nostri passi in questo nuovo anno liturgico che iniziamo, e ci aiuti a realizzare il compito dei discepoli di Gesù indicato dall’apostolo Pietro: rendere ragione della speranza che è in noi”. Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha guardato alle popolazioni provate dal devastante passaggio di due uragani nella regione dell’America Centrale. Queste le sue parole: Desidero esprimere nuovamente la mia vicinanza alle popolazioni dell’America Centrale colpite da forti uragani, in particolare ricordo le Isole di San Andrés, Providencia e Santa Catalin a, come pure la costa pacifica del nord della Colombia. Prego pertutti i Paesi che soffrono a causa di queste calamità. Prima di congedarsi dalla Piazza, il Papa ha poi invitato tutti a “ricavare del bene anche dalla situazione difficile che la pandemia ci impone” indicandotre atteggiamenti positivi per seguire un buon cammino di Avvento: Maggiore sobrietà, CROCE 01-12-2020 Estratto da pag. 5 Pag. 1 di 2 63 attenzione discreta e rispettosa ai vicini che possono avere bisogno, qualche momento di preghiera fatto in famiglia con semplicità. Queste tré cose ci aiuteranno tanto: maggiore sobrietà, attenzione discreta e rispettosa ai vicini che possono avere bisogno e poi, tanto importante, qualche momento di preghiera fatto in famiglia con semplicità. Gli uragani Età e Iota, a cui ha fatto riferimento il Papa, hanno colpito l’America centrale nelle scorse settimane causando oltre 200 morti e un numero imprecisato di dispersi, oltre a centinaia di milioni di dollari di danni. 1 due eventi meteorologici si sono susseguiti a meno di due settimane di distanza, con la stessa traiettoria, lasciando sulla loro scia catastrofi’che inondazioni, smottamenti e distruzioni in Centro America e nelle isole caraibiche colombiane. L’uragano Età ha colpito per la prima volta il 3 novembre, Iota lo ha seguito iÌ 16 novembre, con piogge torrenziali scroscianti che hanno peggiorato la situazione su un terreno già inzuppato. 11 bilancio più pensate è toccato all’Honduras, qui inondazioni e smottamenti hanno provocato 9 morti e otto dispersi. La protezione civile del Paese ha registrato 3,9 milioni di persone colpite, di cui 15t mila hanno dovuto lasciare le loro 70 mila case distrutte o inabitabili. Quasi 300 strade sono state danneggiate, ponti distrutti e altri 32 sono stati colpiti dalle inondazioni dei fiumi. Gravi conseguenze anche in Guatemala dove sono stati registrati 60 morti, un centinaio di dispersi e 2,1 milioni di persone colpite. 11 bilancio finale di un; frana che ha inghiottito decine di cas< in un villaggio indigeno non è stato ancora stabilito e potrebbe ammontare i più di cento morti. Anche il Nicarague non è stato risparmiato da frane e inondazioni che hanno ucciso 21 persone e causato danni per 7 2 milioni di dollari A Panama, Età e Iota hanno provocato pii di venti morti e dieci dispersi. E poi ancora la Costa Rica ha sofferto maggiormente per l’attraversamento dell’Età, che hi provocato due morti a sud, vicino al confine panamense. Prima di colpire’ AmeriCi Centrale, nel Mar dei Caraibi, gli uragan hanno devastato le isole colombiane di Sar Andrés, Providencia e Santa Catalina, uccidendo due persone. E in molte zone della costa della Colombia si registrano grav condizioni umanitarie con case distrutte mancanza di cibo e acqua, penuria di oggetti per l’igiene personale, per un totale di circa 270mila persone private di molt beni essenziali.

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