Articolo #3 da “www.logisticazero.it”

Un lavoro ben retribuito nella logistica [ecco come trovarlo]

ATTENZIONE: Anche se tutte le porte ti sembrano chiuse e anche se non hai un titolo di studio elevato esiste un modo per trovare un lavoro che ti realizzi e che sia ben retribuito. Te lo spiego in questo articolo.

Dalle mie parti si dice che trovare un lavoro serio di questi tempi è sempre più difficile.

Precariato, giovani a casa, disoccupati “scoraggiati” che hanno rinunciato a cercare, “cervelli in fuga” (chissà poi cosa vuol dire una frase di questo tipo!), dopo i 45 è impossibile trovare nuove opportunità, esodati, e via così.
Questo è un articolo di Repubblica che parla del fenomeno degli “scoraggiati”.

A questo proposito, qualche giorno fa ho sentito un servizio che parlava di un calo della disoccupazione ed era veramente ridicolo il modo in cui venivano storpiati i dati. Quante cazzate tutte assieme! Scusa ma non ho resistito…
Dall’altro lato della “barricata” sento molti imprenditori e responsabili delle risorse umane lamentarsi perché “la gente non ha più voglia di lavorare”.
Nel mezzo ci si mettono le istituzioni, la televisione, gli “esperti” che dicono che ci vuole un reddito di cittadinanza per chi non lavora. In pratica “dare uno stipendio di stato ai disoccupati, giovani o vecchi che siano”.
Tradotto, come dice Antonio Albanese in una sua celebre parodia “Chiù Pilu per tutti!”

qualunquemente

E questo continuo bombardamento, non fa che gettare altra benzina sul fuoco.
Ragionando sulla mia esperienza – e qualche posto di lavoro l’ho creato se consideri che sono più di 200 famiglie che lavorano all’interno di LogisticaZERO – dico che c’è qualcosa che non quadra.
Leggi bene la frase: non si trova lavoro, ma nessuno ha più voglia di lavorare.
Non ha molto senso.

E infatti la realtà concreta di tutti i giorni, e non quella dei talk show televisivi, è diversa.

Da imprenditore ti dico che è difficile trovare persone in gamba e disposte a impegnarsi nel proprio lavoro. E come lavoratore, ti dico anche che è molto difficile trovare aziende (e cooperative) che meritano impegno e dedizione sul lavoro.
Insomma, entrambe le parti hanno sia ragione che torto.

La soluzione al problema del lavoro

Oggi voglio dare il mio contributo su questi temi aiutandoti a rispondere alla domanda…
Cosa serve oggi per trovare un posto di lavoro soddisfacente, che ti fa svegliare contento la mattina?

Eh si, perché non basta lo stipendio. Al lavoro ci passi gran parte della tua vita, direi che è meglio trovare qualcosa che oltre ai soldi porti soddisfazione, gratificazione e crescita.  Anche se costa sacrifici.
Sei d’accordo?
Come abbiamo detto non è facile da trovare per questo voglio “smascherare” alcuni falsi miti, che impediscono alle persone di lavorare in un posto di lavoro soddisfacente, e a chi offre lavoro, di trovare collaboratori in gamba.
Volevi qualcosa di più immediato? Magari un lavoro ben retribuito e gratificante?

Beh, se hai un attimo di pazienza ci arrivo, tranquillo. Ma prima ti chiedo lo sforzo di leggere qualche riga.
Ovviamente quello che ti dico è filtrato dal settore in cui praticamente lavoro da sempre, quello della logistica di magazzino. Avendo esperienza sia nel mondo delle cooperative di logistica (facchinaggio) che in quello dell’azienda, posso darti entrambi i punti di vista.
Credimi che però non cambia nulla anche in altri settori perché le dinamiche restano le stesse.

Non ci guadagno nulla in tutto questo, ecco perché posso permettermi di essere “diretto”.
Parlo di cose che vedo e che affronto tutti i giorni ed è per questo che le conosco bene.
Ti chiedo di non offenderti se qualcosa dovesse urtare la tua sensibilità, perché ti parlerò solo di quello che accade e che ho sperimentato drettamente, faccio una fotografia della realtà e a volte la realtà fa male. Lo so.

Cominciamo col dire che esistono 2 categorie principali: chi cerca lavoro o non è soddisfatto del proprio e vorrebbe cambiarlo e  chi il lavoro – in teoria – lo offre.
Ed entrambe hanno dei pregiudizi, che possono essere stati alimentati dai media e dalle chiacchiere da bar.

 

Falsi miti da sfatare per chi cerca lavoro

• ci vuole culo per trovare un bel lavoro. Mio cugino si che è stato fortunato e sta bene…
• lo stipendio mi è “dovuto”
• fatte le mie 8 ore, il mio l’ho fatto e sono apposto. Non sono obbligato a fare straordinari.
• lo stato mi deve aiutare
• ho “diritto” al lavoro, come è scritto nella costituzione italiana
• gli imprenditori sono tutti “ladri” e sfruttano
• le cooperative sfruttano le persone
• ho studiato, per cui ho diritto ad lavoro “in ufficio” ben pagato e ben vestito
• l’azienda mi deve tutelare
• se qualcosa non funziona, ho tutto il diritto di lavorare male e lamentarmi, sia sul posto di lavoro che con le organizzazioni sindacali
• lo stipendio è sempre troppo basso, merito di più
• nessuno ha rispetto per chi fa lavori manuali
• Tizio ha avuto “culo”, Caio fa carriera perché è figlio di…
• non ho bisogno di imparare, sono già bravo in quello che faccio
• se qualche volta “marco visita” o arrivo in ritardo, non succede niente, tanto l’azienda guadagna lo stesso e non si merita niente. Sono solo i poveri che ci rimettono
• se solo nella vita avessi fatto… , adesso non sarei qui a fare questo lavoro che non mi piace!
• io arrivo fino a lì, non voglio avere troppe responsabilità
• ho diritto ai miei svaghi, il lavoro non è la vita
• quello che non si fa oggi, si fa domani…
• lavoro male perché sono in un’azienda che non mi fa lavorare bene. Poi i colleghi sono “stronzi” e i capi non capiscono niente.
• i clienti non capiscono niente e ci chiedono troppo
• sono troppo in là con gli anni per cambiare
• voglio essere tutelato
• che palle, domani è lunedì…
• studia figlio, che non ti capiti un lavoro di merda come il mio…

Questi sono quelli che mi sono venuti in mente adesso, ma la lista è molto lunga.
Non dirmi che non li hai mai sentiti o pensati. Quando ero dipendente, non mi nascondo, anch’io spesso pensavo alcune di queste cose.
Potrei dirti perché ognuno di questi falsi miti è profondamente sbagliato. E causa danno in primis alla persona che le pensa, ma ci vorrebbero giorni e non un articolo del blog.

Di chi è la responsabilità?

Sinteticamente, il comune denominatore di tutte queste cose è semplice: scaricare la colpa delle proprie responsabilità altrove.
Sullo stato, sull’azienda, sui colleghi, sui clienti, ecc…
E si resta passivamente in attesa che “qualcosa cambi”. Il problema è che se non cambiamo noi per primi il mondo non cambia per noi e soprattutto non ci aspetta.
Insomma, la nostra condizione non migliora perché arriva “l’anno nuovo”, il “nuovo capo”, i nuovi colleghi o il nuovo lavoro.
Al giorno d’oggi NIENTE E’ DOVUTO. Sarebbe facile prometterti scorciatoie, ma non sarebbe onesto.
Chi ti dice che “basta poco e come per magia cambierai la tua situazione in meglio” sta usando una leva di marketing.
Il mitico “7 kg in 7 giorni” funziona sempre bene per mettere nel sacco la gente.
Ma la verità è che se non ti fai il culo, non avrai mai soddisfazioni.

E’ vero oggi come negli anni ’50. Non è cambiato nulla, anche se in tv, in politica, da parenti/amici ecc. senti che invece tu hai diritto a…(soldi, lavoro, felicità, l’ultimo gadget, le ferie in Costa Smeralda ecc.)
Niet. I’m sorry. Se non ti fai il culo non casca dal celo nemmeno la cena di stasera. E anche se ti illudono che puoi rateizzare e spostare in là la fatica, non funziona.
IIl nostro lavoro inizia a migliorare quando cambiamo il nostro atteggiamento.

Come diceva Michael Jackson, in Man in the Mirror:

“If you want to change the world, start with the man in the mirror”.

Un po’ figlia dei fiori come frase, ma anche nella realtà concreta del lavoro nella logistica vera.
Ora, so cosa stai pensando. Tutte belle parole, ma se prendo 1000€ al mese e il mio responsabile è un coglione, cosa vuoi che guardi “Man in the mirror? E chi mi paga l’affitto, la fata dei denti?”

 

Questa è la soluzione che può realmente migliorare la tua condizione (anche se pensi che la tua situazuione professionale sia senza speranze)

 

1)Cambia il tuo atteggiamento e inizia a prenderti la responsabilità. Tu controlli te stesso, non il mondo esterno (al massimo influenzi qualcuno, ma non controlli direttamente niente a parte te stesso). Comincia ad essere propositivo e non ascoltare lamentele o “tuo cuggino che ti dice che ti stanno fregando” o che “ha una occasione per le mani”
L’unica occasione che hai veramente “per le mani” è quella di lavorare su te stesso. Fine.
TU sei il tuo centro, sei pienamente capace di capire se è meglio cambiare aria o basta solo sistemare alcune cose.

2)Fatto il punto uno, se vedi che tutto è contro lo stesso, cerca un nuovo lavoro. Se sei disoccupato, cerca attivamente e NON LEGGERE LA GAZZETTA DELLO SPORT MA FORMATI. Anche se hai sempre e solo fatto l’operaio e non hai voglia di studiare, o pensi di essere uno zuccone.
Cosa devi studiare? Posso darti molti consigli, due su tutti: cerca cose a costo ZERO e collegate a quello che cerca il mercato oggi (e domani).
Su internet GRATIS trovi il mondo. Esempi? usare il PC, usare SAP, una lingua straniera, e per rimanere nel mio settore qualche libretto semplice di logistica (magari i kaizen, logica abc, come funziona un carrello elevatore, insomma qualcosa che migliori la tua competenza e che sia spendibile).

Studiare uncinetto, se sei operaio o l’ultimo libro di Fabio Volo non ti aiuta.
Ah, lascia stare guru costosi che “ti formano”. L’unica cosa che formano (e anche qua te lo dico per mia misera esperienza personale) è il loro portafoglio. Trovi tutti GRATIS.
Se hai bisogno ti do qualche informazione io, di solito chi me l’ha chiesta ha trovato lavoro e sta decisamente meglio. Magari è stato solo culo.
Non cercare scuse, io che non sono un genio ho preso una laurea quadriennale lavorando come facchino e carrellista 10 ore al giorno (sabato compreso), studiando la sera.

Mi piaceva? No
Avrei fatto altro? Sì

Ma era l’unico modo per migliorare la mia condizione. Mio papà non aveva intenzione di mantenere un 19enne senza voglia di lavorare (e nemmeno la possibilità economica).
Mi sono fatto venire la voglia di lavorare e quella di studiare, anche se per me era stato un parto anche solo fare le scuole medie.

Potevo fare come i miei amici, ragazze e discoteca. Ma loro adesso si stanno lamentando dello Stato, delle tasse, del lavoro, dei colleghi, delle donne ecc. Io ho fondato LogisticaZERO e non ho tempo per lamentarmi, anche perché so che faccio doppia fatica: lo sforzo per lamentarmi e poi quello per farmela passare.

Ma visto che ti ho promesso anche i falsi miti, cioè i modi di pensare sbagliati dalla parte di chi ti da lavorare, eccoli (siamo tutti uguali al mondo, non ci sono geni o “fenomeni”)

NOTA BENE:
Prima che qualche “dr.Puntiglio” mi dica che non tutte le aziende sono così, che non tutti gli imprenditori sono così  ci tengo a precisare che  SONO UN IMPRENDITORE. HO IMPARATO DA GRANDISSIMI IMPRENDITORI E NE HO STUDIATI ALTRI DI ANCORA PIU’ GRANDI. CI SONO CAMPIONI VERI (e non sono quasi mai quelli pompati dai media in giro).
Io sono veramente l’ultimo degli stronzi.
So meglio di voi che molte aziende per grazia di Dio lavorano bene e non ragionano così. Che Dio le abbia in gloria.
Ma VISTO CHE LA SITUAZIONE È QUELLA CHE È, vi imploro di capire che qualcosa non va e che non verrà la fata turchina a risolvere la situazione.

Che qualche imprenditore, azienda, cooperativa SBAGLI, è un dato di fatto.
Se vi rode ammetterlo, forse fate parte di quella categoria.
Sono duro? troppo diretto? Amen, voglio darti un contenuto di valore, non fare il panegirico, tanto li trovi già in giro quelli.

Se ti do fastidio, guarda Quarto Potere su rete4 o Floris e Crozza su la 7 (o dov’è adesso).

Scusami, ora torno ai nostri falsi miti e questi sono quelli delle aziende.

Falsi miti da sfatare per le aziende

• pensare che un lavoratore manuale sia un numero, non un uomo e un professionista. E che sia facilmente sostituibile
• non dare la giusta importanza e riconoscimento a chi lavora
• non vedere l’azienda come un insieme di funzioni e ruoli ugualmente importanti (per capirci l’amministratore delegato conta quanto un operaio, e ognuno può essere un artista o un cretino in entrambi i ruoli)
• non dare la giusta importanza alla selezione del personale
• pagare poco, perché tanto la porta è sempre aperta
• non far crescere le persone, perché possono andare dal concorrente e portarsi via quello che gli ho insegnato
• promuovere coglioni che parlano bene, ma non sanno niente di concreto
• pagare consulenti che nella vita non hanno mai lavorato di fatica nemmeno 1 ora
• non investire nell’acquisizione nuovi clienti e fidelizzazione degli attuali
• non sapere e non lavorare TUTTI I GIORNI nel rendere OGNI GIORNO MIGLIORE L’ESPERIENZA DI LAVORO
• sentirsi furbo e arrivato
• pensare che l’azienda se va male verrà aiutata dallo Stato/dall’amico/dalle banche…
• non avere sistemi di lavoro e strumenti continuamente rivisti per migliorare le performance di chi lavora
• non monitorare le performance, se non in modo rozzo e “antidiluviano” (esempio tipico, analisi tempi di lavoro e stop, cronometrando anche quante volte va in bagno la persona. Ragazzi
sveglia! Siamo nel 2017, queste cose andavo bene al tempo di Ford, prima della prima guerra mondiale)
• non formare le persone che lavorano, tanto sono solo lavori “manuali” che possono fare tutti
• insultare e permettersi di umiliare le persone che lavorano
• non coinvolgere nei risultati aziendali chi lavora
• non condividere gli obiettivi e i valori dell’azienda (se ci sono) con i lavoratori
• non dire a chi lavora chi sono i clienti, come desiderano che si lavori, la loro storia, ecc. (Se chi lavora non sa chi sono i clienti finali dell’azienda, come caspita fa a soddifarli)?

 

Potrei approfondire uno per uno, ma per risparmiati da tanta noia , ti dico sono tutti accomunati da: arroganza, poco rispetto di chi lavora e poca consapevolezza che un’azienda è fatta di tanti ruoli, tutti ugualmente importanti.
Il carrellista non è meno importante del direttore vendite. A ognuno il suo, a ognuno le proprie responsabilità (e il giusto stipendio e premi commisurati alle competenze e responsabilità. Perché se il mio lavoro è mettere firme, ma se sbaglio vado in galera, direi che merita uno stipendio adeguato)

Questi sono falsi miti che non appartengono a chi lavora in Logistica ZERO, per questo facendo domanda di lavoro da noi ti assicuro che NON troverai questo atteggiamento.

 

Clicca qui per leggere l’articolo originale su www.zerlogistica.it

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