Gentiloni: “Dopo la pandemia nuove regole per il rientro del debito pubblico”

“La risposta – ha aggiunto il commissario Ue all’Economia riferendosi all’ipotesi di una cancellazione del debito rilanciata provocatoriamente, in tempi recenti, dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli – non è cancellare il debito ma lavorare per rendere più compatibili con la realtà le nostre regole comuni”.

171517280-e6dd541d-a41d-4f60-8ee3-3ae2d4a1a092AGI – 29 novembre 2020.  Anche se in questo momento l’economia europea deve innanzitutto pensare a ripartire, non si può pensare che la questione del debito pubblico venga cancellata, ma una volta superata l’emergenza, si dovrà pensare a modificare le regole del patto di stabilità e crescita dell’Eurozona, attualmente sospese, per consentire un rientro più graduale. Lo ha detto, durante la trasmissione Mezz’ora in piu’, il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni.

“Sarebbe grave ignorare la questione – ha avvertito – Facciamo attenzione: oggi viviamo da questo punto di vista in acque tranquille, nessuno ha problemi di sostenibilita’ del debito o di accesso ai mercati, i tassi sono bassissimi e assistiamo a emissioni con tassi addirittura negativi, questa situazione non si prolungherà per sempre, e tenere sotto controllo il debito programmando di farlo diminuire gradualmente è una sfida che l’Italia non può ignorare”.

Secondo Gentiloni, “se è vero che i debiti non si cancellano, le attuali regole di bilancio dovranno pero’ essere adattate al fatto che, dopo la pandemia, avremo un debito medio del 103/104% del Pil fra i Paesi Euro”. “La risposta – ha aggiunto riferendosi all’ipotesi di una cancellazione del debito rilanciata provocatoriamente, in tempi recenti, dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli – non è cancellare il debito ma lavorare per rendere più compatibili con la realtà le nostre regole comuni“.

“Abbiamo sospeso il nostro patto ma quando finirà questa sospensione, se possibile avendone discusso prima, è chiaro che dovremo avere regole che tengano conto della maggior gradualità di ritorno ai cosiddetti criteri di Maastricht”. Anche se ora, ha concluso, non e’ il momento di pensare a questo: “È una discussione importantissima da affrontare l’anno prossimo, ora dobbiamo concentrarsi sul piano di ripresa”.

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