Un giorno di (straordinaria) follia all’ispettorato del lavoro

Ho passato un giorno di (straordinaria) follia all’Ispettorato del lavoro
Fabrizio Gatti Direttore editoriale per gli approfondimenti 23 febbraio 2024 06:31
L’Ispettorato del lavoro? Se pensate che ancora si occupi solo di lavoro, vi sbagliate. E poi ci sono ispezioni e ispezioni. Se in azienda o nel cantiere dove hanno assunto un vostro parente arriva l’ispettore tecnico, controllerà soltanto il rispetto delle norme tecniche: l’uso appropriato del casco di protezione, guanti, scarponi, apparecchiature, cose così. Ma se i lavoratori che li usano regolarmente sono un subappalto del subappalto, senza permesso di soggiorno, arruolati in nero, privi di formazione, per accertarlo serve un altro ispettore: quello specializzato nelle leggi sul lavoro. Quindi, per il momento, l’impresa passerà indenne la verifica. È un po’ come certe barzellette di cattivo gusto, dove uno sa soltanto leggere e l’altro scrivere.

Ho passato una giornata di (straordinaria) follia all’Ispettorato del lavoro di una grande città. Si lamenta un funzionario che, per non perdere appunto il suo lavoro, chiede l’anonimato: ”A oggi non conosciamo ancora gli obiettivi per l’anno in corso. E siamo a fine febbraio. Togliete poi due mesi di ferie. Aggiungete che sono in ballo i soldi del Pnrr. Questo è il Paese: non c’è programmazione. E poi metteteci anche la concorrenza con le Asl”.

La strage: sei morti sul lavoro in sei giorni

Ecco, ci mancava la concorrenza tra organi dello Stato e delle Regioni. Un po’ come accadeva tra polizia e carabinieri. Ciascuno con le sue gelosie. E le ispezioni non sono mai sufficienti. Succede così che un operaio entra in uno stabilimento di Stellantis, che una volta si chiamava Fiat. Ed esce morto: Domenico Fatigati, 52 anni, di Acerra, dipendente di una ditta esterna (Avellino, giovedì 22 febbraio 2024). Oppure che un autista e quattro muratori vengano schiacciati dal crollo di un supermercato Esselunga in costruzione: Luigi Coclite, 59 anni, Mohamed Toukabri, 54, Mohamed el Farhane, 24, Taoufik Haidar, 43, e Bouzekru Rahimi, 56 (Firenze, venerdì 16 febbraio).

Facile chiedere verifiche preventive. Già l’organico in molte province è ridotto a meno della metà. ”Basterebbe unire parte tecnica e parte ordinaria, ma molti colleghi non vanno oltre le loro competenze – confessa il funzionario di prima -. Poi però da fuori aggiungono incarichi”. L’ultimo, che secondo funzionari e dirigenti paralizzerà le ispezioni, l’ha rifilato l’Autorità del garante della privacy con il famoso provvedimento sulle email aziendali.

“Corteo di cordoglio silenzioso” per gli operai morti a Brandizzo (foto LaPresse)

Per la conservazione della posta elettronica oltre i sette giorni, alle aziende è infatti richiesto un accordo sindacale: oppure, in mancanza di un accordo, l’autorizzazione da parte dell’Ispettorato del lavoro. Proprio così. In Italia le imprese sono oltre 4 milioni. Caporali, sfruttatori, subappaltatori a cottimo possono stare tranquilli. Questa storia delle email potrebbe intasare le scrivanie di ispettori e ispettrici per i prossimi cinquant’anni.

”Avrebbero potuto applicare il principio del silenzio-assenso, invece sì, sembra che passeremo il resto dei nostri giorni ad autorizzare la conservazione delle email”, conferma un dirigente. Nell’ufficio che trent’anni fa fu del grande Luigi Giugni, padre dello Statuto dei lavoratori, oggi siede il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, già presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Un incarico a sua volta assunto da Rosario De Luca, marito del ministro Calderone.

Irregolare l’85 per cento dei cantieri del Superbonus

La congiuntura così favorevole tra ispettori del lavoro, al servizio del ministero, e consulenti del lavoro, al servizio delle imprese, non si era mai verificata in Italia. Tanto che a fine gennaio gli incontri con il ”personale dirigente e i capi processo vigilanza” dell’Ispettorato erano stati organizzati nella sede di Verona dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Tutto regolare, per carità. Poi qualche dirigente del ministero ha cominciato a fare paragoni: è come se i procuratori della Repubblica, per discutere delle loro indagini e dei loro processi, si riunissero nell’ufficio dell’Ordine degli avvocati. Così la due giorni di riunioni è stata trasferita altrove.

Lo strano manuale per schivare i treni – di Fabrizio Gatti

In molti ispettorati i corridoi si affacciano su una rassegna di uffici quasi vuoti. Non si capisce se il personale è fuori a fare verifiche. Oppure manca del tutto. La giornata si movimenta verso le quattro del pomeriggio. Chi può, sintonizza computer o smartphone sulla tv dei consulenti del lavoro. Parla il capo, il direttore dell’Ispettorato nazionale. Illustra le misure di salute e sicurezza nelle aziende, le stesse anticipate dal ministro Calderone durante l’informativa al governo.

L’intervista con l’alto dirigente del ministero l’ha annunciata l’ufficio stampa: non del ministero, ma del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. Alla fine, però, ci si sente ancor meno sicuri: nel settore dell’edilizia, le irregolarità riguardano il 76,5 per cento dei controlli, con una media che supera l’85 per cento nel caso di imprese impegnate nei cantieri del Superbonus. Comunque, nonostante sei morti sul lavoro in sei giorni, l’ispettorato ha altro da fare: presto dovrà occuparsi di email aziendali.

Leggi le altre opinioni su Today.it

© Riproduzione riservata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *